Questa mattina mentre ero sul tapis roulant a consumare calorie ingurgitate inutilmente ieri sera, ho ascoltato un podcast. Non ne farò il nome, anche perché ai primi 20 minuti mi ha innervosito e lo ho spento, ma vorrei parlarne perché mi ha dato un assist pazzesco per affrontare un argomento che da tempo cerco di buttare giù.
Le app e il sesso.
Sono tanti anni che frequento le app di incontri, ad intermittenza è vero, ma comunque con una certa costanza per lunghi anni.
Ho visto di tutto, ho sentito di tutto, letto di tutto.
Ho assistito ad un’evoluzione. Da “le app sono pericolose e si usano solo per scopare” a “guarda che su tinder i miei amici si sono sposati”.
Negli anni ho assistito alla normalizzazione di un luogo virtuale di incontri, che in una società sempre più individualista, a seguito di 2 anni di pandemia che ci hanno visti relegati in casa, ha subíto, appunto, una trasformazione, passando da un qualcosa di “sporco” a un qualcosa di “normale”.
Allora, quello che non accetto è stereotipare le app come mezzo per fare sesso, dove è presente per lo più gente poco per bene, luogo di aggregazione di scopatori seriali, mezzo per scambio di pelle e umori.
In 10 anni di onorate app, con migliaia di chat all’attivo e centinaia di incontri dal vivo, io non ho mai, e credetemi quando dico mai, ricevuto una DICK PIC (foto del membro). Sono stati più unici che rari i messaggi diretti come“Scopiamo?”, così come gli approcci volgari.

Ho parlato con gente strana, per quanto il concetto di strano sia soggettivo, ho incontrato gente curiosa, problematica, tanto da farci un blog, ma non ho mai incontrato qualcuno che mi abbia mancato di rispetto.
Il podcast che mi ha dato il la per scrivere queste righe è narrato da una ragazza che si vanta di avere nel suo cellulare centinaia di foto di peni provenienti dalle app di incontri. La soggetta inoltre, descrive le app come veloci spazi virtuali dove darsi un appuntamento per poi fare sesso immediatamente.
Se avessi sentito solo questo podcast avrei pensato che forse era lei ad esagerare per avere qualche sciocco ascoltatore in più, ma oltre a questo delirante podcast, mi sono imbattuta spesso in gruppi FB, Telegram dove le donne commentano come il ragazzo di turno voglia solo portarle a letto, come ci abbia provato subito la prima sera anche in modo piuttosto insistente, oppure abbia mandato foto porche su WhatsApp dopo pochi secondi.
Adesso, io che di pudico ho davvero nulla, non voglio fare Santa Maria Goretti, ma io il mio numero di telefono al primo “Ciao io sono Marco, ci spostiamo su Wa?” non lo do. Non lo do perché altrimenti faccio prima a scriverlo su un foglio di carta, scendere sotto casa e attaccarlo al primo palo che trovo, o a scriverlo sulla prima porta che trovo nel cesso di un autogrill.
Perché se do il mio numero immediatamente senza nemmeno avere idea della persona con cui sto parlando, non posso meravigliarmi se da li a 30 secondi dopo mi arriva la foto di un pisello arrapato. Del resto sono io che ho dimostrato di non voler perdere tempo..
Se poi quel Marco mi invita a casa sua al primo appuntamento perché decanta di essere un ottimo cuoco, o di avere una bottiglia di Chianti riserva del 1765 in cantina, non ci vado a casa sua, perché non so chi sia, cosa potrebbe accadermi, in cosa potrei cacciarmi.
Ma se ci vado e la serata dopo 20 minuti finisce con il mio culo sul bancone all’americana della sua cucina, non sono in diritto di dire alle amiche piagnucolando “voleva solo trombarmi, ha fatto ghosting” perché, da che mondo è mondo, suonando il campanello di uno sconosciuto gliel’ho messa io su un piatto d’argento.
E qui adesso sento già le voci delle femministe inveire contro di me perché la liberta dell’essere umano blablablabla…No ragà, la libertà dell’essere umano sta nel fare ciò che si desidera preservando sempre l’essere umano, ovvero noi stesse, prendendo scelte protettive per noi stesse. Lo sconosciuto su Tinder che ci invita a casa sua per farci vedere la sua collezione di farfalle non è una scelta protettiva per chi il giorno dopo si lamenta che non trova un fidanzato e che gli uomini se la vogliono solo portare a letto. Rimane una scelta libera per la donna che, invece, ha voglia di divertirsi, ma non si lamenta se anche gli altri si divertono con lei.
Credo che l’uomo e la donna abbiano la stessa percentuale di colpe e responsabilità in un rapporto, in una conoscenza o una frequentazione, che sia un rapporto fugace o duraturo, sono entrambi artefici di esso.
Per cui signore e signorine, basta con questa colpevolizzazione dell’uomo nelle chat che pensa solo al sesso. Ci sono uomini che pensano e vogliono solo quello e ci sono uomini che cercano anche altro.
Comportatevi bene, mettete da subito in chiaro cosa voi volete e vedrete che al posto delle dick pic riceverete mazzi di fiori, se meritati.