CIAO, COME STO?
Ultimamente sempre più spesso mi capita di chattare con uomini molto simili fra di loro, buona educazione, buon lavoro, autonomi, caruccetti e…EGODEVASTATI.
Sono ovunque, dove mi giro mi giro ci sono loro, gli uomini autoreferenziati.
L’altra domenica ho fatto colazione con G. conosciuto su Meetic pochi giorni fa.
G. ha 47 anni, non è sposato e non ha figli.
E già da questi pochi elementi dovevo capire che c’era qualcosa che non andava.
Perché è brutto, lo so, etichettare così le persone, però, per esperienza, se dopo i 40 anni non hai un passato a tratti ingombrante nella tua vita, vedi un matrimonio, un figlio, una convivenza, una valigia buttata dalla finestra per strada nel cuore della notte, al 90% hai qualche cosa che non va e che non ti ha permesso di prenderti delle responsabilità che dovrebbero venire spontaneamente ad una certa età.
Comunque, G. si è fatto 80 km per venire a prendere un caffè con me in una domenica mattina piovosa. Ha insistito lui eh, ha detto “Possiamo vederci anche al bar sotto casa tua”…e io in un primo momento sono andata nel panico “come fa questo a sapere che c’è un bar sotto casa mia?!?” , poi ho capito che era un modo di dire e che non mi aveva stalkerata, e ne ho approfittato, dandogli appuntamento a 100 metri da casa.
G. ė arrivato 5 minuti in anticipo, un po’ sudato per l’emozione, con la camicia stirata per benino e un sorriso a 32 denti.
Ci siamo presentati e seduti al tavolo davanti ad un caffè.
HA PARLATO DI SÉ PER 1 ORA E 32 MINUTI. Un’ora e trentadue minuti.
Credo che durante il suo monologo, le uniche parole che io sia riuscita a proferire siano state quelle di chiedere un dolcificante alla cameriera.
Mi ha raccontato della sua vita, del suo lavoro, dei suoi interessi, del suo passato, dei suoi gusti culinari, mi ha addirittura dato la ricetta della sua pasta con le vongole, senza che io riuscissi a fargli una singola domanda, e soprattutto senza farne alcuna a me!
Ad un certo punto ho sbadigliato. Ero annoiata. Ero annoiata dal suo egocentrismo, dalla sua poca curiosità verso di me, dalla sua verve del tutto inutile. Ero annoiata ed ho approfittato del momento in cui ha deglutito per congedarlo velocemente.
Mentre parlava però ho pensato a tante cose, per esempio al motivo per cui, dopo così tanti appuntamenti con sconosciuti, non sia ancora riuscita ad essere diretta a tal punto da dire “scusa, ma mi stai annoiando”. E poi ho pensato a tutti i G. che ultimamente mi sono capitati, persone che escono con te per raccontarsi, per parlare in prima persona, per fare analisi, forse senza dover dare 70 euro ad un terapista.
E la cosa sconvolgente è che, sarà che ultimamente sono palesemente sfortunata, o che il periodo storico non aiuta, 6 ragazzi su 10 con i quali sono uscita recentemente appartengono a questa categoria!
Allora mi chiedo: cosa ti spinge ad alzarti la mattina, vestirti per bene, prendere la macchina sotto al diluvio universale, attraversare la città’, in alcuni casi, la regione, per andare a conoscere una ragazza di cui non hai interesse a conoscere nulla? Perché tutto questo spreco di energie?
Quando ci siamo salutati G. mi ha confessato di avere la macchina aziendale.